40 ANNI!

Maria, Bruna, Elio: tre ruoli decisivi

"Ritrovarsi a quasi due anni dall’interruzione dovuta alla pandemia è significativo di per sé, ma lo è ancora di più se avviene all’insegna della continuità, con la volontà di riprendere il filo di una storia lunga ormai quarant’anni.

La società nel suo insieme rimuoverà presto questi lunghi mesi di straniamento, come ha sempre superato i momenti più difficili, comprese le guerre: per vivere, la società ha bisogno di recuperare un presente senza ansie ed un futuro carico di speranze.

Saranno i più anziani a fare più fatica a dimenticare, toccati da vicino da un virus che li ha impauriti, li ha costretti in casa limitando fortemente il loro sistema di relazioni.

Costituita com’è di anziani, anche la nostra UNI3 è stata una vittima di questa crisi. Certo, non è più l’Università della Terza Età, bensì delle Tre Età; ma, diciamocelo, chi non ha i capelli grigi è perché li ha tinti o non li ha più. Proprio per questo, appartiene a quella fascia di popolazione che ha subito le perdite più gravi fra i coetanei, gli amici.


Ritrovandoci, il primo pensiero, pertanto, va a coloro che dal virus sono stati colpiti o direttamente o indirettamente con la perdita di loro cari. Ed è, soprattutto, a loro che vogliamo rivolgere, con tanto affetto, il nostro ben ritrovati.

Chi è qui, tuttavia, dimostra di voler guardare avanti. E non era scontato: se qualcuno, infatti, non vedeva l’ora di uscire per incontrare gli altri, altri hanno fatto fatica a decidersi ad essere qui. Al timore di essere cambiati, invecchiati, di essere guardati con occhi diversi hanno dedicato più di un pensiero.

In chi è qui, evidentemente, è prevalso il senso di appartenenza, appartenenza ad una comunità che negli anni è stata accogliente e ha dispensato opportunità di amicizia e di crescita reciproca.

Anche per questo si è valutato fosse questo il momento per testimoniare il valore della presenza, dell’affezione alla nostra UNI3 da parte di persone che l’esperienza dell’associazione l’hanno percorsa tutta ed in modo particolarmente significativo visto che hanno incarnato i ruoli che si sono rivelati decisivi per il suo buon funzionamento.


Maria Maina, Bruna Pillot ed Elio Nava rappresentano quella che è stata l’ossatura della nostra UNI3; dietro i loro nomi leggiamo quelli dei tanti che con loro hanno fatto la nostra storia, persone che non ci sono più ma che con la loro presenza hanno contribuito a renderla viva, a renderla apprezzata.


Di questa storia Maria rappresenta i pionieri, quelli che hanno dato la loro adesione nel momento stesso in cui ne hanno sentito parlare; ma rappresenta anche quel manipolo di volenterosi che si è sobbarcato l’onere dell’organizzazione.

In particolare, Maria è stata punto di riferimento e accompagnatrice nelle gite anche di più giorni che hanno sempre avuto un grande apprezzamento da parte dei partecipanti.

Quando non se l’è più sentita di fare l’operatore turistico, invece di appendere il cappello al chiodo, ha accettato di dare il suo contributo all’interno del Direttivo, sentendosi giustamente un punto di riferimento per tanti soci, soprattutto quelli di lunga data.


Bruna ha condiviso con Maria la scelta iniziale. Non ha mai assunto incarichi di rappresentanza, ma è il simbolo della fedeltà alle iniziative dell’UNI3.

Sempre presente alle lezioni plenarie, ha partecipato ai corsi cui la indirizzava la sua vivacità culturale.

Tutti la ricordano in prima fila, spesso accompagnata da Franco, morto pochi anni fa, un vero appassionato della cultura piemontese.


Infine Elio, il tramite con l’istituzione che ha favorito la nascita dell’UNI3 di Chieri. Era il Dirigente del settore culturale del Comune, infatti, quando questa è nata. Di questo rapporto ha continuato ad essere garante nel tempo. Non è un caso che alla morte di Ennio Quagliotti, sia stato lui a venire a propormi di sostituirlo alla Presidenza.

Nell’UNI3 ha ricoperto, all’interno del Direttivo, anche il ruolo di responsabile dei laboratori, favorendo il potenziamento dell’offerta formativa.


A tutti e tre va il nostro ringraziamento per averci permesso di ritrovarci qua: senza la costanza di persone come loro, la nostra UNI3 avrebbe avuto una storia diversa.

Averli, con la loro esperienza, al nostro fianco in questa fase di ripresa dell’attività ci rassicura e ci spinge a cercare strade adeguate per affrontare le nuove sfide tecnologiche."

Ottobre 2021

Agostino Gay



Elio Nava e l’Unitre: una simpatica storia di… giardinaggio.

Appena lo conobbi, nel 1978, quando iniziai a lavorare per il Comune di Chieri e lui era il capo ripartizione di Cultura, Sport, Istruzione e Servizi Sociali, Elio dichiarò più volte la sua passione per coltivarsi vigna, orto e frutteto della sua casa nella campagna astigiana.

Parlava con tale entusiasmo dei suoi lavori, che, quando ci illustrò la nuova iniziativa dell’Unitre, che Celestina Costa stava proponendo, mi sembrò che avesse accettato di accogliere nella Biblioteca una pianta, delicata, importante, che avrebbe dato fiori e frutti, ma di cui bisognava occuparsi con cura.

Agli altri bibliotecari ed a me con piglio deciso affidò subito l’incarico di affiancarlo per i lavori più pratici, da quelli di segreteria a quelli logistici, e non erano pochi, senza far caso allo scarso entusiasmo con cui tutti accogliemmo questa aggiunta di impegni a quelli ordinari. Elio era così, una valanga che non conosceva ostacoli. Carattere tenace, uomo pratico, cuore generoso, Elio è stato per il Comune di Chieri ed i suoi Sindaci un funzionario prezioso e fedele, al di là delle sue idee, pronto a dare esecuzione, a tradurre in pratica i progetti dell’Amministrazione. Ha sempre amato il dialogo ed il confronto.

Se proprio devo trovargli un difetto, perché il mio non è un elogio d’occasione, ma un riconoscimento sincero, potrei solo aggiungere che tendeva a farla lunga, parlava e parlava fino a sfinirci, ma sempre con la buona intenzione di spiegarsi e convincerci. Insomma si sapeva che con Elio, quando c’era una riunione, non bisognava avere fretta e guardare l’orologio. E così noi, giovincelli, propensi a correre, abbiamo imparato da lui anche la virtù della pazienza.


Col tempo, poi, via via che in Biblioteca, ed anche all’Ufficio Cultura, si programmavano incontri e attività diverse rivolte a bambini, giovani e adulti, mi resi conto bene di quanto Elio continuava a ripetere, dimostrando la sua particolare attenzione ai temi sociali, in cui era esperto: l’Unitre si rivolgeva ad una fascia di popolazione per la quale non avevamo programmi specifici e permetteva al Comune di occuparsi sia pure in modo meno diretto di persone con esigenze diverse alle quali occorreva prestare attenzione.

L’Unitre offriva occasioni di aggregazione, regolari e costanti nel tempo, in un luogo centrale, facile da raggiungere, accogliente, con incontri per aggiornare le proprie conoscenze oppure ampliarle attraverso esperti.


Elio, nel tempo, trovò altri aiutanti giardinieri, che subentrarono al personale comunale, per tutti mi sembra doveroso citarne due: la signorina Lucia Berruto, scomparsa da tempo, che fu la prima segretaria, perfetta in ogni senso, e la signorina Maria Maina, prima ad iscriversi all’Unitre, splendido esempio di passaggio da allieva a infaticabile collaboratrice, tuttora attiva nel Direttivo.

Per questo siamo qui a festeggiare Elio Nava e Maria Maina con gratitudine, come meritano.

Ottobre 2021

Maria Francesca Garnero



Premiazione da Unitre nazionale alla Nuvola Lavazza